Registrato al Giardino della Rosa in Trentino, questo episodio nasce da una pedalata lungo la ciclabile Val de Non e da un’immagine che mi ha attraversato: un’aiuola piena di rose, colori e varietà che parlano di cura, di tempo e di persone. Io sono Antonio e, attraverso questo scritto, voglio condividere con voi il piccolo grande progetto che ho proposto nel video: piantare una rosa (o un’altra pianta) negli spazi comuni del condominio come atto di cura condivisa e di costruzione della memoria.
Il luogo e il ricordo 🌹
Il Giardino della Rosa mi ha aperto una porta sulla memoria. Mentre ero lì, tra le aiuole, ho rivissuto scene di quando ero bambino: la casa al mare, il palazzo con la parte comune che non era ancora regolamentata come oggi, e mio nonno che, oltre all’orto e alla vigna, curava le rose nella zona comune. Non si trattava solo di manutenzione: era una cura che raccontava storie, legami e rispetto per gli spazi condivisi.
Le rose, più di molti altri fiori, hanno una capacità simbolica: durano nel tempo, fioriscono ogni anno e spesso diventano il segno di una persona che ha vissuto e partecipato alla comunità. Passeggiare accanto a quelle aiuole mi ha fatto pensare a quante storie possono essere radicate in un petalo.
La storia di mio nonno e la rosa nel condominio 🌊
Ricordo mio nonno che si prendeva cura delle rose nel cortile della nostra casa al mare. Dopo la sua morte, molti anni dopo, mi ritrovai a passare davanti a quelle piante e qualcuno mi chiese: «Posso raccogliere una rosa?» La domanda era innocente, ma toccò un punto fondamentale: quella pianta era diventata un “bene comune” carico di ricordi. Anche chi non aveva più vincoli diretti con mio nonno sapeva che quella rosa era lì grazie a lui.
Questa immagine mi ha convinto che non serve che ogni azione sia straordinaria: spesso basta proporre, in assemblea, a una persona del palazzo di prendersi cura di una pianta. Può essere una nonna, un nonno, una signora, un signore o anche un giovane che ama il verde. L’importante è creare un legame tra la pianta e una persona reale della comunità.
Perché piantare un fiore nel condominio? 🤝
Piantare un fiore negli spazi comuni ha vantaggi concreti e intangibili. Elenco alcuni motivi per cui questa semplice azione vale la pena:
- Memoria condivisa: una pianta può diventare il ricordo vivo di una persona, di un gesto o di un periodo storico per la comunità.
- Cura e responsabilità: affidare la cura a una persona del palazzo crea un senso di responsabilità e attenzione verso gli spazi comuni.
- Valore estetico e sociale: il verde migliora l’aspetto dell’edificio e può favorire le relazioni tra condomini (scambi, saluti, conoscenze).
- Accessibilità emotiva: un fiore è un simbolo semplice e accessibile: non serve un grande budget, serve volontà e organizzazione minima.
Naturalmente ci sono aspetti pratici da considerare: chi si occupa dell’irrigazione, se serve approvazione in assemblea, come gestire eventuali conflitti. Ma nessuno di questi ostacoli è insormontabile se la proposta viene fatta con chiarezza, rispetto e regole condivise.
Come proporlo in assemblea e come renderlo sostenibile 📝
Se volete trasformare questo spunto in una pratica condivisa, ecco un piccolo schema operativo da portare in assemblea. È semplice e può essere adattato alla realtà del vostro condominio.
- Presentazione della proposta: spiegare l’idea: piantare una rosa o una pianta ornamentale in uno spazio comune e affidarne la cura a una persona volontaria del palazzo.
- Individuazione del luogo: scegliere un’aiuola, un vaso comune, una fascia del giardino condominiale senza interferenze tecniche (tubi, impianti ecc.).
- Affidamento formale: inserire nella delibera assembleare la persona incaricata, con durata (es. 1, 3 o 5 anni) e modalità di cura (innaffiatura, potatura, fertilizzazione).
- Materiali e spese: decidere chi fornisce il materiale (pianta, terriccio, concime) e come verranno ripartite le spese, se necessarie.
- Regole condivise: stabilire cosa fare in caso di abbandono, trasferimento dell’incaricato o danni provocati da terzi.
- Coinvolgimento della comunità: invitare i condomini a partecipare a piccole attività (giornate di piantumazione, momenti di cura collettiva) per rafforzare il senso di appartenenza.
Un piccolo consiglio pratico: se preferite evitare complessità burocratiche, potete partire con un progetto pilota su base annuale, rinnovabile in assemblea. Questo mette tutti a proprio agio e permette di verificare concretamente l’impatto dell’iniziativa.
Memoria condivisa e responsabilità generazionale 🧓👶
Una delle immagini che mi ha commosso è pensare a un bambino che, tra 10 o 15 anni, passa davanti a quell’angolo e chiede ai propri genitori: «Perché quella rosa è lì?» Qualcuno risponderà: «L’ha piantata la nonna.» Quella risposta è un pezzo di storia del condominio che si trasmette senza grandi riti, solo grazie alla presenza di una pianta.
La cura delle piante negli spazi comuni è anche un atto di responsabilità generazionale. Rafforza il ruolo degli anziani nella comunità, crea occasioni di dialogo tra chi ha esperienza e chi è più giovane, e lascia una traccia che va oltre la semplice manutenzione: è cultura della convivenza.
Anch’io, passando davanti alle rose che mio nonno aveva curato, ho capito che non si tratta solo di botanica, ma di relazione. Una rosa può diventare il “testimone” di chi ha amato e custodito il condominio.
Invito: prova Condomani per una gestione trasparente 🌐
Se l’idea vi interessa e volete uno strumento che faciliti la gestione condominiale, vi invito a testare www.condomani.it. Condomani è il social network per la gestione trasparente della contabilità condominiale: può aiutarvi a proporre l’iniziativa in assemblea, raccogliere i consensi, gestire piccole spese condivise e condividere documenti relativi alla cura delle piante e agli incarichi. È uno strumento pratico per trasformare buone idee in azioni concrete e monitorabili.
FAQ — Domande frequenti 📝
- Chi può prendersi cura di una pianta negli spazi comuni?Di norma, l’assemblea può affidare la cura a una persona del condominio (volontaria). È consigliabile formalizzare l’incarico in una delibera con durata e compiti chiari.
- Serve l’approvazione dell’assemblea?Sì, per qualsiasi modifica o uso degli spazi comuni è buona prassi portare una proposta in assemblea. Anche per il semplice affidamento della cura di una pianta è opportuno avere una delibera che definisca responsabilità e durata.
- Chi paga per la pianta e la manutenzione?Dipende dall’accordo: può essere a carico dell’incaricato, del condominio (con ripartizione delle spese) o con contributi volontari. Tutto dovrebbe essere chiarito in assemblea e registrato, anche per evitare fraintendimenti futuri.
- Cosa succede se l’incaricato si trasferisce o abbandona la cura?È utile prevedere nella delibera una clausola di successione: in caso di abbandono, la cura può essere temporaneamente affidata al giardiniere condominiale o messa a bando tra i condomini interessati.
- La pianta può diventare “memoria” anche senza una delibera formale?Sì, spesso sono i gesti informali a generare ricordi. Però, per preservare quella memoria e tutelare il legame affettivo che si crea, è meglio avere una forma di riconoscimento pubblico (una nota in assemblea, un piccolo cartello o una menzione nel registro condominiale).
Conclusione e un invito finale 🌿
Una rosa è solo un seme di possibilità: può rendere più bello un giardino condominiale, ricollegare generazioni e ricordare una persona. Il mio invito è semplice: proponete in assemblea di piantare e affidare una pianta a qualcuno del palazzo. Partite con un progetto piccolo, misurabile e condiviso. Nel tempo, potrebbe diventare una storia che un bambino racconta con orgoglio.
Grazie per aver letto fino a qui. Se volete sperimentare strumenti concreti per la gestione trasparente del condominio, vi ricordo ancora di provare www.condomani.it. Un saluto, Antonio.
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