Facendo il confronto con i professionisti d’oltralpe, anche gli amministratori di condominio, così come tantissime altre professioni italiane, subiscono un deprezzamento del proprio lavoro anche nel nostro “Bel Paese”.
In Germania il lavoro dell’amministatore di condominio è molto redditizio. Ci si aggira attorno ai 300 euro ad unità abitativa. In media in Europa il costo per ogni unità abitativa gestita è di 200 euro. In Italia siamo sui 100 euro. Peggio di noi solo la Spagna, con 50€ ad unità abitativa.
Questi dati sono frutto di statistiche e di campionature. Sappiamo benissimo, però, che ci sono regioni e città italiane il cui prezzo della prestazione ad unità si aggira anche al di sotto della soglia dei 50€, purtroppo.
Sarebbe molto utile, oltre che in alcuni casi doveroso, un confronto tra i professionisti del settore che si trovano a dover costantemente deprezzare la propria professione per riuscire ad accaparrarsi stabili che non riconoscono il valore aggiunto della figura dell’amministratore di condominio. Come ci insegnano alcune regole di marketing base il prezzo basso di un prodotto o di un servizio è spesso sinonimo anche di mancata qualità di quest’ultimo. Non si dovrebbe scendere al di sotto di una soglia minima perchè non è possibile dare al condomìnio un servizio adeguato se non quest’ultimo non è ben retribuito.
Le competenze e le conoscenze di un professionista dovrebbero essere giustamente ricompensate per far sì che ne tragga vantaggio non solo il singolo professionista, ma anche l’intera categoria di riferimento. Ridare importanza al ruolo dell’amministratore di condominio (che ad oggi è sempre più un manager immobiliare) significa ridare importanza al vivere in comunità e al vivere una comunità, un valore di cui oggi, nella nostra società fortemente individualista, abbiamo sempre più bisogno.