Oggi ospite del nostro CondoBlog è lo Studio di commercialisti Botti di Bologna. Con una utile guida ci spiega i passaggi necessari per chiedere il prestito di 25000€, prestito che può essere richiesto anche dagli amministratori che hanno una PMI (Srl, per esempio) o una partita iva con un fatturato di almeno 100.000€.
“La Commissione Europea ha approvato le misure contenute nel Decreto Liquidità (DL n. 23 dell’8/4/2020), in deroga alle regole sugli aiuti di Stato e quindi è stato dato il via libera ai prestiti di importo fino a 25.000 euro, garantiti al 100% dallo Stato a favore delle PMI.
Il Ministero dello Sviluppo economico, ha così reso noto e pubblicato il modulo per la richiesta di garanzia che il beneficiario dovrà compilare e inviare alla propria banca o al Confidi al quale si rivolgerà per richiedere il finanziamento.
La garanzia si applica a prestiti fino a 25mila euro comunque entro il 25% dei ricavi del beneficiario. Significa, in pratica, che il prestito pieno di 25mila euro si può ottenere solo se si ha un fatturato pari ad almeno 100mila euro. Nel modulo andranno riportati i dati relativi ai ricavi dell’ultimo esercizio contabile, come da ultimo bilancio depositato o da ultima dichiarazione fiscale presentata. Per soggetti costituiti dopo il 1° gennaio 2019, invece, per attestare i ricavi basterà un’autocertificazione oppure, specifica il modulo, altra documentazione idonea allo scopo.
Il Ministero segnala anche che sta lavorando per accelerare le istruttorie bancarie con l’obiettivo di ridurre a pochissimi giorni il tempo di attesa tra la richiesta di finanziamento e l’accredito delle somme richieste sul proprio conto corrente.
Potranno accedervi in maniera semplificata le PMI ed i professionisti, per i quali viene prevista la possibilità di richiedere prestiti garantiti dallo Stato al 100% e senza procedura di valutazione, salvo l’incauto affidamento che le banche potranno sempre opporre.
Vengono fissati i seguenti limiti e requisiti per accedere al prestito fino a 25.000 euro:
- la durata massima del finanziamento è fissata in 6 anni
- l’importo massimo richiesto non può superare il 25% dei ricavi del beneficiario (in base all’ultima dichiarazione dei redditi o all’ultimo bilancio depositato), ovvero, per i soggetti beneficiari costituiti dopo il 1° gennaio 2019 da altra idonea documentazione, anche mediante autocertificazione ai sensi dell’articolo 47 del DPR 445/2000
- il rimborso del capitale decorre non prima di 18/24 mesi successivi all’erogazione del prestito
Il modello che è possibile scaricare qui, una volta compilato, andrà inviato alla propria banca per e-mail (anche non certificata).
Tra le varie sezioni, andrà specificato che il soggetto beneficiario non è destinatario di provvedimenti giudiziari che applicano le sanzioni della cosiddetta legge 231 e che non è incorso in esclusioni, dettate dal codice dei contratti pubblici. Bisognerà accettare il diritto del Fondo centrale di rivalersi sul beneficiario nel caso questi non rimborsi il prestito alle banche e specificare la propria classe dimensionale in base ai parametri della raccomandazione della commissione Ue 2003/361 (le garanzie vanno ad imprese fino a 499 dipendenti) e andranno dettagliati gli aiuti di Stato di cui si è eventualmente già beneficiato e l’amministrazione che li ha concessi.
Bisognerà anche compilare la voce relativa al codice Ateco dell’attività economica interessata dal finanziamento e quella in cui si attesta che si sono subiti danni economici legati all’emergenza Covid-19. Non solo: vanno elencate le finalità per le quali il prestito da garantire viene richiesto.
Per quanto riguarda i finanziamenti di importo superiore a 25.000 euro, si segnala che non sono ancora operativi, in quanto manca ad oggi l’autorizzazione della Commissione Europea per derogare agli aiuti di Stato, oltre all’aggiornamento di alcune procedure interne di banche e l’aggiornamento della piattaforma informatica del Fondo di garanzia.
Potranno servire ancora alcuni giorni, ma comunque questi finanziamenti potranno essere richiesti fino alla data del 31 dicembre 2020.
La garanzia massima è del 90% dell’importo richiesto, considerando sempre il limite del 25% del fatturato oppure il doppio della spesa salariale annuale per il 2019 o ultimo bilancio approvato.
Potranno essere richiesti anche più finanziamenti dalla stessa impresa, ma il cumulo deve comunque rispettare i limiti suddetti.
Per questi finanziamenti è necessario dimostrare di aver subito un danno economico per l’emergenza coronavirus.
Sono escluse invece le imprese che alla data del 31 dicembre 2019 erano classificate come imprese in difficoltà, o in sofferenza, ai sensi della disciplina bancaria e le imprese che alla data del 29 febbraio 2020 presentavano esposizioni deteriorate.
Ad ogni modo, l’impresa beneficiaria non potrà distribuire dividendi o riacquistare proprie azioni nel corso del 2020.
L’azienda, poi, sarà chiamata ad assumere l’impegno a gestire i livelli occupazionali attraverso accordi sindacali.
Dovrà inoltre rispettare la clausola made in Italy, cioè dovrà usare il finanziamento solo per attività localizzate in Italia.
I prestiti vanno restituiti in sei anni, con preammortamento possibile fino a due anni.
Le commissioni sono pari a 0,25% il primo anno, 0,5% il secondo e terzo, 1% dal quarto al sesto.
La procedura è la seguente: domanda alla banca, che in caso di delibera positiva, richiederà la garanzia alla Sace.
Quest’ultima, una volta processata la richiesta, emetterà una propria delibera attribuendo un codice di finanziamento, che trasmesso alla banca, consentirà l’erogazione del prestito.
Per i prestiti al 90% o prestiti al 90% Stato+10% Confidi, ci sarà comunque un’istruttoria bancaria anche se alleggerita.
Si valuterà infatti solo la struttura economica-finanziaria dell’azienda, con esclusione della valutazione andamentale, che è quella relativa agli ultimi sei mesi e quindi quella che più può risentire della crisi in corso.
Si resta così in attesa della delibera di approvazione da parte della UE, per conoscere le procedure richieste.
Per quanto riguarda le PMI che hanno sede in Emilia Romagna, la regione dove noi operiamo, si ricorda inoltre che è ancora disponibile un contributo a fondo perduto della Regione (Giunta n. 225 del 23 marzo 2020), per le spese sostenute fino alla concorrenza massima di 15.000 euro e sarà erogato in percentuale sull’importo finanziato.
Si tratta di finanziamenti a tasso zero, utili a dare maggiore liquidità alle piccole e medie imprese ed ai professionisti dell’Emilia-Romagna che dovranno affrontare la prima fase successiva all’emergenza sanitaria.
Il contributo Regionale varia dal 4,5%/anno al 5,5%/anno, a seconda che il finanziamento sia garantito o meno dal Confidi e/o dal Fondo di garanzia PMI del Ministero dello sviluppo economico”.