La richiesta di una connessione veloce, ad oggi, è sempre maggiore. Chiavette, ADSL, fibre ottiche invadono le nostre case.
Nel Dpr 380/2001 (articolo 135-bis) vengono definite tutte le regole per l’infrastrutturazione digitale degli edifici sia delle nuove costruzioni sia delle vecchie costruzioni.
Tra gli aspetti più interessanti vi è che i condomini hanno la possibilità di dotarsi, da luglio 2015, di scatole e di tubi dove saranno collocati i cavi che le società telefoniche utilizzeranno per realizzare i collegamenti fino ai singoli appartamenti. Il condomìnio che decide di farne richiesta deve rendere l’infrastuttura aperta al soddisfacimento di tutte le necessità delle aziende di telefonia.
Dietro il pagamento di una piccola fee iniziale si potrà decidere di cablare il proprio stabile. In alcuni casi, alcune società telefoniche, propongono questi lavori gratuitamente dietro sicura stipula di 5 contratti per edificio.
Qualora ci fosse anche solo un condòmino interessato all’istallazione della fibra, l’amministratore e gli altri condòmini non possono opporsi per motivi di principio. Il condòmino interessato all’alta velocità della connessione ha il diritto di accedere a questo servizio, anche se gli altri condòmini non lo ritengono fondamentale. E’ importante, naturalmente, che durante i lavori di adeguamento dell’infrastruttura non si arrechino danni a terzi.
Questo tipo di lavori non rientra nelle rendite catastali perchè non aumenta il bene dell’immobile dopo l’esecuzione degli stessi.
E’ prevista un’identificazione di tutti gli stabili preposti alla banda larga con un’etichetta rilasciata da tecnici abilitati (GT Cei 306-22).