L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha emanato lo scorso 20 aprile la nota n. 149, con la quale prescrive ai propri Uffici territoriali di contribuire – su richiesta delle Prefetture – alle necessarie verifiche circa la ricorrenza delle condizioni previste per la prosecuzione (ove consentita) delle attività produttive, industriali e commerciali, in un’ottica di collaborazione alla gestione della emergenza epidemiologica in corso.
E’ bene ricordare che nel caso di inosservanza di una o più regole, non saranno applicate sanzioni. La check list dei controlli sarà trasmessa alle prefetture e saranno queste ad adottare eventuali misure nei confronti delle aziende.
Sulla base di anticipazioni apparse sui media, si rileva che sono 13 i punti sui quali le aziende dovranno porre attenzione in vista della riapertura graduale, a partire dal 4 maggio 2020, prevista per la Fase 2:
- Informazione
- Modalità di accesso in azienda
- Modalità di accesso dei fornitori esterni
- Pulizia e sanificazione in azienda
- Precauzioni igieniche personali
- Dispositivi di protezione individuale
- Gestione spazi comuni (mensa, spogliatoi, aree fumatori, distributori di bevande o snack)
- Organizzazione aziendale (turnazione, trasferte e smart working, rimodulazione dei livelli produttivi
- Gestione entrata e uscita dei dipendenti
- Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione
- Gestione di una persone sintomatica in azienda
- Sorveglianza sanitaria, medico competente e RLS
- Aggiornamento del protocollo di regolamentazione
Analizziamo di seguito alcuni dei punti più salienti.
Fase 2, dall’ingresso in azienda alla sanificazione giornaliera
La check list dei controlli sulla sicurezza all’interno delle aziende partirà dalla verifica delle disposizioni circa l’ingresso in azienda.
Tra le misure anti-contagio sul lavoro vi è infatti il controllo della temperatura corporea prima dell’accesso in sede. Se superiore a 37,5 gradi, sarà necessario isolare il dipendente, che dovrà a sua volta contattare il proprio medico curante.
Il datore di lavoro dovrà informare il personale che non potrà entrare in azienda chi negli ultimi 14 giorni ha avuto contatti con soggetti positivi al coronavirus o proviene da zone a rischio.
Specifiche regole sono previste anche per l’ingresso in sede di fornitori esterni: tra le indicazioni dell’Ispettorato vi è quella di individuare procedure di ingresso, transito ed uscita, con modalità, percorsi e tempi definiti. Bisognerà evitare il contatto con il personal in forza in reparti ed uffici.
Viene quindi evidenziata la necessità di predisporre servizi igienici dedicati al personale esterno. Da ridurre, inoltre, l’accesso ai visitatori esterni (come l’impresa di pulizia); in caso contrario, a questi saranno applicate tutte le regole aziendali.
Pulizia giornaliera e sanificazione periodica delle sedi di lavoro saranno due delle parole chiave della Fase 2. L’INL verificherà se è garantita la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.
Fase 2, riapertura aziende con precauzioni igieniche per mani e DPI
Il rispetto delle regole anti-contagio chiama in causa non solo l’azienda ma anche i dipendenti. Tutti dovranno adottare le precauzioni igieniche necessarie ai fini della riduzione del rischio.
Frequente pulizia delle mani, messa a disposizione da parte del datore di lavoro di adeguati mezzi detergenti sono due dei punti sui quali verteranno le verifiche dell’Ispettorato del Lavoro.
Nella nota del 20 aprile 2020 viene tuttavia evidenziata come l’adozione delle misure di igiene e dei dispositivi di protezione individuale è evidentemente legata alla disponibilità in commercio. In sostanza, c’è il rischio di non trovare in commercio DPI adeguati.
In tal caso, sarà possibile utilizzare anche mascherine chirurgiche e l’azienda potrà preparare il liquido detergente secondo le indicazioni dell’OMS.
Si legge nella nota INL che, tra le verifiche, gli ispettori dovranno accertare se, qualora il lavoro imponga di lavorare a distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative sono comunque utilizzate delle mascherine, e altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, ecc.) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.
Il datore di lavoro dovrà dichiarare la conformità dei DPI adottati in azienda.
Smart working e rimodulazione turni lavoro: un graduale ritorno alla normalità nella Fase 2
Il ritorno alla normalità sarà inevitabilmente graduale. Per le aziende sarà fondamentale una riorganizzazione dell’attività lavorativa e, ove possibile, bisognerà promuovere forme di lavoro a distanza.
Lo smart working sarà al centro della Fase 2, affiancato da una riorganizzazione dei turni di lavoro.
Stando alle indicazioni contenute nella nota dell’Ispettorato, verrà verificato se, nella fase di emergenza, l’azienda ha assicurato un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili.
In parallelo, si verificherà se è stato utilizzato lo smart working per tutte quelle attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza, come gran parte del lavoro che deve essere realizzato dagli amministratori di condominio.
Studio Botti