Il vostro portiere non è mai puntuale? Si assenta senza permesso al lavoro oppure si rifiuta di consegnare la posta? Alcuni giorni l’avete visto in evidente stato di ebbrezza?
Il portiere è un lavoratore come gli altri. Come tutti i lavoratori anche un portiere può essere licenziato.
Ma in quali casi e quale iter si deve seguire per licenziare un portiere?
Prima di arrivare al licenziamo il datore di lavoro, cioè l’amministratore di condominio, deve portare avanti i seguenti provvedimenti disciplinari in quest’ordine:
- Rimprovero verbale
- Rimprovero scritto
- Multa (non può superare le 4 ore di lavoro)
- Sospensione del servizio e della retribuzione per cinque o dieci giorni
- Licenziamento
I provvedimenti disciplinari devono essere mossi dall’amministratore con una certa tempestività. Non verranno considerate valide le contestazioni portate avanti a distanza di molto tempo nè verranno considerate valide le sanzioni disciplinari mosse da un datore di lavoro che non ha reso ben visibile il codice disciplinare al lavoratore. Solo nel caso in cui il lavoratore è recidivo posso essere contestati anche gli eventi passati.
Il dipendente ha la possibilità di contestare il datore di lavoro dopo 5 giorni dalla recezione della sanzione. Se il portiere non presenta alcuna giustificazione allora l’amministratore può procedere con l’applicazione della sanzione stessa. Dopo aver ricevuto la sanzione, il lavoratore avrà allora 20 giorni successivi per impugnare la sanzione, qualora la dovesse ritenere ingiusta, affiancato dal proprio consulente sindacale di fiducia.
Si può arrivare al licenziamento anche se nei giorni di malattia il portiere viene scoperto a lavorare presso terzi. Nella maggior parte dei casi il licenziamento è, però, una pratica poco praticata, anche per casi gravi, come un furto in un appartamento di un condomino ad opera del custode stesso.