A Catania c’è una guerra in atto. Non è tra saraceni e siciliani, né tra Angioini e Aragonesi, ma è quella tra condòmini.
Una anziana signora i 80 anni, denominata la “gattara”, accudisce da un po’ di tempo una vera e propria colonia di gatti (circa 20). Dieci di questi animali sono nel suo garage, mentre altri dieci, periodicamente, stazionano fuori. Naturalmente questa sua passione non ben vista da tutti i suoi condòmini. Alcuni hanno addirittura iniziato ad intimidirla. Ultima azione è quella che si è compiuta contro uno dei suoi dolci gattini, rinchiuso in un garage e fatto uscire il giorno dopo.
E’ per questo che la donna si è rivolta all’Associazione italiana di difesa degli animali e dell’ambiente (Aidaa). Vedremo come andrà a finire.
Sebbene l’attività, a mio avviso, sia pregevole e non vietata quasi mai dai regolamenti condominiali, lasciare il cibo per i gatti randagi in prossimità degli appartamenti dei vicini, è stata -in più occasioni e con diverse pronunce- giudizialmente definita “molestia possessoria”.
Questa attività compiuta dal singolo proprietario, peraltro esclusivo amante dei felini, è stata censurata con una recentissima sentenza dalla Corte d’appello di Roma (ottobre 2013) poiché limitante nel possesso del proprio immobile gli altri condomini.
Nel caso in questione, invero, i giudici d’Appello hanno ribaltato la sentenza di primo grado del Tribunale di Latina accogliendo l’azione possessoria del vicino infastidito dalle ciotole di cibo lasciate accanto al suo garage, ciò infatti lo obbligava a stare con le finestre chiuse per bloccare l’accesso degli animali nel proprio appartamento.
In effetti, non esattamente ciò che renderebbe contento l’animalista più convinto…